In un mondo che produce cibo a sufficienza per tutti, la sesta edizione del Right to Food and Nutrition Watch identifica una serie di politiche che generano fame e malnutrizione anziché ridurle. Secondo gli autori del rapporto, tali politiche e i soggetti che le implementano dovrebbero rispettare e incorporarvi il diritto a un cibo adeguato. Il rapporto insiste inoltre sulla necessità di una partecipazione inclusiva e significativa degli individui e dei gruppi su cui tali politiche ricadono.
I casi studio e le analisi raccolte nella pubblicazione mostrano:
• politiche che incoraggiano la violenza e la discriminazione delle donne rispetto a questioni chiave come l’accesso alle risorse naturali, ai diritti di successione, all’uguaglianza salariale e alle decisioni politiche, limitando la capacità delle donne di contribuire alla sicurezza alimentare e facendo sì che le donne e le ragazze di tutto il mondo siano i soggetti più colpiti nella salute, nella nutrizione e nella dignità;
• politiche che sistematicamente limitano ed escludono larghe fasce della popolazione come contadini, braccianti, pescatori, pastori e comunità indigene dalla partecipazione attiva alle decisioni che hanno effetti sul loro livello di vita;
• politiche globali che facilitano il land grabbing, la concentrazione della proprietà delle risorse naturali nonché la mercificazione dei beni pubblici, privando i piccoli produttori e le altre persone delle loro risorse alimentari.
L’edizione del 2013 del Right to Food and Nutrition Watch propone “Alternative e resistenze alle politiche che generano la fame e descrive come le iniziative della società civile basate sul rispetto dei Diritti umani, possano offrire soluzioni coerenti con la sostenibilità, l’eguaglianza, e la giustizia nonché il linea con concetti chiave come la sovranità alimentare, l’agro-ecologia o le sementi sotto il controllo dei contadini.
“C’è una sola risposta possibile alle politiche che generano la fame: bisogna fermarle!” sostiene Flavio Valente, segretario generale di Fian International, una delle organizzazioni che hanno prodotto il report. “Un approccio basato sui diritti umani, che includa il rafforzamento degli strumenti giuridici internazionali, è fondamentale per invertire i trend globali che portano alla discriminazione, all’esclusione e alla deprivazione. Le politiche sul commercio e gli investimenti, l’energia e la finanza, l’agricoltura e la nutrizione, devono essere stabilite sulla base del criterio di coerenza con i diritti umani”.
Antonio Onorati, presidente del Centro Internazionale Crocevia, tra le associazioni responsabili del rapporto, afferma “un controllo sulla coerenza e il rispetto o la violazione dei diritti umani è particolarmente necessario per tutte quelle iniziative globali – tra cui l’Alleanza del G8 sulla sicurezza alimentare, la Scaling-Up Nutrition initiative (SUN), l’Alleanza per una Rivoluzione Verde in Africa (AGRA) e altri partenariati pubblico-privati (PPP) su questioni agricole o alimentari – che includono il coinvolgimento significativo delle imprese multinazionali”.
Nora McKeon, coordinatrice di Terra Nuova per la campagna Europafrica, afferma che “queste iniziative rischiano di essere il cavallo di Troia delle multinazionali interessate ad investire in Africa. La sovranità alimentare non potrà essere raggiunta fino a quando non sarà garantita la piena partecipazione dei piccoli produttori ai processi politici che li riguardano. Non possiamo dimenticare, infatti, che sono proprio questi ultimi a nutrire l’80% della popolazione africana. E continueranno farlo anche in una prospettiva di crescita demografica”.
Secondo Olivier de Schutter, Special Rapporteur delle Nazioni Unite per il Diritto al Cibo, “le falle nei sistemi alimentari dominanti sono ormai ampiamente riconosciute. Ma l’inerzia è ancora prevalente, soprattutto a causa delle poco credibili alternative che sono state proposte. Questa pubblicazione mostra che le alternative stanno ora emergendo. Non dai laboratori degli scienziati del cibo o dalle agenzie governative, ma dall’iniziativa di chi cerca di riottenere il controllo sui sistemi alimentari da cui dipende”.
Il rapporto è stato presentato a Roma lo scorso 8 ottobre nell’ambito del 40esimo CFS, il Comitato per la Sicurezza Alimentare riunito presso la FAO.
Il report è scaricabile in fondo alla pagina e dal sito web dell’Osservatorio: http://www.rtfn-watch.org
Pubblicato in inglese, francese e spagnolo nell’ottobre 2013
Pubblicato da: Brot für die Welt, FIAN International and Interchurch Organization for Development Cooperation (ICCO) in partnership con: African Network on the Right to Food (ANoRF), Centro Internazionale Crocevia, DanChurchAid (DCA), Ecumenical Advocacy Alliance (EAA), Habitat International Coalition (HIC), International Indian Treaty Council (IITC), Observatori DESC – Economic, Social and Cultural Rights, People’s Health Movement (PHM), Inter-American Platform for Human Rights, Democracy and Development (PIDHDD), REDSAN-CPLP, Terra, Nuova, US Food Sovereignty Alliance (USFSA), World Alliance for Breastfeeding Action (WABA), e World Organisation against Torture (OMCT).