Il 7 agosto, mentre gli ombrelloni di milioni di italiani si aprivano sulle spiagge di questo paese, la quarta notifica per la sperimentazione di nuovi OGM veniva pubblicata sul portale dell’Unione Europea. Neanche una menzione, invece, ancora una volta, da parte del sito del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che continua a negare trasparenza su altre due richieste di test in pieno campo, delle quali abbiamo parlato qui. L’Italia si conferma quindi paese più attivo nel testare OGM prodotti con NGT (definiti fantasiosamente TEA nel nostro paese) senza informare un’opinione pubblica storicamente contraria.
Cosa prevede la sperimentazione di vite NGT in Trentino
La notifica B/IT/24/04 riguarda, come quella precedente (B/IT/24/03), vitigni Chardonnay. Stavolta, però, è stata depositata dalla Fondazione Edmund Mach di Trento.
Questa la localizzazione geografica della sperimentazione sulla vite NGT in Trentino.
Dalla notifica leggiamo le caratteristiche del campo prova: “L’intero sito sperimentale coprirà 500 metri quadrati. Di questa area, lo spazio effettivamente occupato dalle piante TEA/NGT-1 è di 120 metri quadrati, considerando una distanza di piantagione di 1 metro tra le piante in ogni fila e un massimo di 3 metri di spaziatura interfilare”. Ancora: “L’accesso al campo sarà consentito esclusivamente al personale autorizzato. Il campo sarà sorvegliato da telecamere. Sarà dotato di una recinzione metallica per impedire l’ingresso di animali e di reti che forniranno protezione da insetti e uccelli durante il periodo di maturazione dei frutti”.
La Fondazione Mach fornisce meno informazioni rispetto alle altre notifiche che abbiamo analizzato. Ad esempio, non sono descritti i tempi previsti di rilascio in ambiente di questi OGM.
La mutazione provocata nella vite vorrebbe aumentare la resistenza alla peronospora, proprio come il test proposto da Edivite per due campi prova a Padova e Verona. In questo caso, spiega la Fondazione Mach, le biotecnologie impiegate inattivano le funzioni di due geni. “È stato dimostrato che l’inattivazione dei geni DMR6-1 e DMR6-2 nella vite provoca un leggero aumento dei livelli di acido salicilico, un fitormone vegetale che regola i meccanismi di difesa contro i patogeni. I livelli di acido salicilico normalmente aumentano durante un’infezione, ma sono anche comunemente più alti in alcune viti naturalmente resistenti. L’aumento dei livelli di acido salicilico migliora la resistenza all’oomicete Plasmopara viticola, l’agente causale della malattia nota come peronospora nella vite”.
Cosa non va in questa notifica per la sperimentazione di nuovi OGM
Sollecitato in una interrogazione parlamentare, il Ministero ha dichiarato che è normale non pubblicare le notifiche sul proprio sito, e che tutto verrà diffuso quando arriverà il provvedimento di rigetto o approvazione. A noi questa risposta sembra scorretta. La pubblicazione dovrebbe avvenire, secondo la legge, in via progressiva. Prima la notifica, poi il parere dell’ISPRA, infine il decreto del Ministero. Tra il primo e il secondo passaggio, dovrebbe anche essere aperta una consultazione pubblica su questa pagina web, che non ci risulta sia stata fatta finora. Una consultazione pubblica di 30 giorni aperta il 7 agosto, avrebbe dovuto essere in atto fino al 7 settembre, proprio come sta accadendo per la sperimentazione di un vaccino geneticamente modificato aperta il 30 agosto (quella sì, pubblicata), che ha come termine il 29 settembre.
Ci sembra quindi che il MASE e il governo stiano volutamente tenendo in tasca informazioni che dovrebbero essere pubbliche e discusse, violando la loro stessa legge dopo averla già indebolita.