29 gennaio 2017
ASSEMBLEA NAZIONALE di ARI – Associazione Rurale Italiana
Il 29 gennaio 2017 si è tenuta l’assemblea nazionale di ARI presso l’azienda agricola Filippini a Reggio Emilia, consolidando così la cooperazione con i Rurali Reggiani, che da anni sono federati all’Associazione Rurale Italiana e svolgono con successo un’importante azione territoriale di costruzione di alternative, sostenendo chi vuole continuare a vivere lavorando con la terra.
L’Associazione Rurale Italiana ha colto l’occasione per organizzare, nel giorno di sabato 28, un importante momento di dibattito e confronto sulla Politica Agricola Comunitaria (PAC) e sulle sue implicazioni sull’agricoltura contadina in Italia. Importante e originale il contributo fornito dall’organizzazione sindacale – USB – impegnata a costruire convergenze tra braccianti e contadini.
Come emerso dall’analisi e dal dibattito svoltosi in sala, la PAC in questi anni ha contribuito alla distruzione sistematica dell’agricoltura contadina proprio per aver abdicato all’articolo 33 dell’atto della ratifica dei Trattati di Roma che 60 anni fa l’hanno istituita e che recita:
- Le finalità della politica agricola comune sono: a) incrementare la produttività dell’agricoltura, sviluppando il progresso tecnico, assicurando lo sviluppo razionale della produzione agricola come pure un impiego migliore dei fattori di produzione, in particolare della manodopera; b) assicurare così un tenore di vita equo alla popolazione agricola, grazie in particolare al miglioramento del reddito individuale di coloro che lavorano nell’agricoltura; c) stabilizzare i mercati; d) garantire la sicurezza degli approvvigionamenti; e) assicurare prezzi ragionevoli nelle consegne ai consumatori.
Proprio per ribadire un impegno forte nella battaglia per un cambio radicale nella PAC e, più in generale, delle politiche della UE, il Coordinamento Europeo Via Campesina (ECVC) ha convocato a Roma la sua Assemblea Generale nella settimana del 21-25 marzo, giorni delle celebrazioni ufficiali per i 60 anni del Trattato di Roma.
Sarà presente a Roma una folta delegazione di contadini e contadine provenienti da ogni parte dell’Unione Europea, dalla Svizzera e dall’Inghilterra, in modo da poter manifestare insieme a sostegno di una politica europea che metta le persone prima del mercato.
“La PAC, attraverso le sue riforme negoziate con chi rappresenta il libero mercato, l’agrobusiness ed un modello di agricoltura che fa pagare il prezzo delle sue crisi ai contadini, ai braccianti ed ai consumatori, in particolari quelli che, con la povertà in aumento, sempre meno possono permettersi un cibo sano, salutare e di qualità, sta per essere nuovamente ridiscussa tra gli stessi potentati. La PAC non è una questione agricola ma una questione dell’intera società”, ricorda Fabrizio Garbarino, allevatore di capre e presidente di ARI.
I trattati internazionali di libero scambio come il CETA e il TTIP daranno il colpo di grazia alle aspettative dei cittadini europei che in un recente sondaggio hanno ribadito la volontà che l’Unione Europea sostenga e l’agricoltura contadina[1] e di prossimità che possa fornire cibi sani.
E proprio per poter far valere l’opinione dei cittadini dell’Unione Europea nell’appello chiamato “Europa, marzo 1957-2017. Un cibo sano e di qualità, un lavoro degno, una politica agricola giusta e sostenibile in una Europa dei popoli e della solidarietà. Terra, lavoro, salute e dignità”[2] , abbiamo chiamato a raccolta tutte le realtà sociali italiane del mondo agricolo, ma anche degli altri ambiti sociali, ad aderire perché i politici, i funzionari, gli amministratori e non ultime le associazioni di categoria cambino il loro senso di marcia e smettano di far finanziare l’agricoltura che distrugge, sfrutta le persone e inquina.
C’è bisogno dell’agricoltura contadina per ridare dignità, reddito, lavoro vero, lavoro sano a chi opera in campagna: siano essi braccianti, salariati e contadini. Per ridare ai cittadini europei alimenti sani a prezzi sostenibili. “Noi vogliamo lavorare per fornire un cibo di qualità a quella parte della popolazione che a causa dei bassi redditi deve far sempre più ricorso cibo spazzatura. Non ci interessa produrre per una piccola élite che ha soldi da spendere per procurarsi le eccellenze italiane”, afferma con forza durante il suo intervento una giovane coppia che lavora e lotta duramente per avviare la sua piccola azienda agricola.
Vogliamo uscire dalla schiavitù della politica al servizio delle lobby agroindustriali che affamano i piccoli produttori in Europa, e altrove, sfruttano i lavoratori e inquinano; dalla schiavitù che ci impone la burocrazia pubblica e privata che allontana i cittadini e i produttori dalla possibilità di poter prendere le decisioni sulla loro salute e sul destino dei soldi pubblici; dalla schiavitù imposta da una classe dirigente incapace di fermare la corsa autodistruttiva dell’agricoltura e della società Europa.
Per questo, questa Assemblea di uomini e donne liberi, di contadini e contadine che lottano e resistono per la sopravvivenza dell’agricoltura contadina e per la disponibilità di cibo sano, nutriente ed accessibile, chiede a tutte le persone che hanno a cuore il destino della agricoltura italiana ed europea, della sovranità alimentare in questo continente e nel mondo di venire con noi a Roma il 25 marzo per dire un forte NO all’agricoltura industriale e, al tempo stesso, proporre un forte SÌ per un cambiamento radicale in senso agroecologico dell’agricoltura italiana.
TERRA, LAVORO, SALUTE E DIGNITÀ
Colà di Lazise, 01 02 2017
+ 39 3471564605
[1] Il 91% degli europei ritiene importante sostenere le aziende agricole fragili che si trovano ad affrontare condizioni climatiche, sanitarie o economiche difficili; quasi uno su due (48%) definisce tale principio “molto importante”. (http://europa.eu/rapid/press-release_IP-14-227_it.htm).
[2] http://wordpress.assorurale.it/europa-marzo-1957-2017-un-cibo-sano-e-di-qualita-un-lavoro-degno-una-politicaagricola-giusta-e-sostenibile-in-una-europa-dei-popoli-e-della-solidarieta-terra-lavoro/.