Il 22 Settembre del 2018 Il Centro Internazionale Crocevia avrà 60 anni di vita e di attività.
Il nome testimonia l’origine dell’associazione, fondata da donne con differenti orientamenti culturali e politici, come luogo di scambio tra studenti internazionali impegnati nei loro paesi nelle lotte di liberazione nazionale.
Soltanto negli anni ’70 Crocevia inizia le sue prime attività di cooperazione internazionale nei paesi cosiddetti “in via di sviluppo”, coprendo differenti campi d’intervento. Alla fine degli anni ’70 l’assemblea degli associati decide di concentrare le attività di cooperazione solo su tre settori: “diritto al cibo”, “diritto al sapere” e “diritto a comunicare”.
Negli anni ‘80 sviluppa programmi e progetti in questi tre ambiti e e rafforza la sua attività audiovisiva con la fondazione della casa di produzione Nord-Sud record, la Mediateca delle Terre, e i progetti di televisivi per il sindacato dei lavoratori brasiliani, per la resistenza cilena e uruguagia, per la scuola audivisiva di Cuba , per il sindacato sud coreano, per il giornale dei contadini in Mozambico. E tanto ancora.
Mentre negli anni ’90 la crisi dell’aiuto allo sviluppo italiano di fatto annulla le attività della maggioranza delle ONG italiana, malgrado la durissima crisi finanziaria, Crocevia resiste ed entra nello spazio della global governance con la Campagna per la Riforma della Banca Mondiale e la nascita di un pilastro del movimento transnazionale per la Sovranità Alimentare come l’International Planning Committee for Food Sovereignty, che da venti anni si oppone alla definizione delle politiche agricole nell’Organizzazione Mondiale del Commercio per riportarla nell’ambito delle Nazioni Unite basato sulle decisioni dei governi e sui diritti umani.
Nel corso di questi decenni, Crocevia ha trasformato il suo approccio alla cooperazione in particolare rispetto alle questioni dello “sviluppo agricolo”: negli anni ’70 il modello di cooperazione era ancora strutturato su cooperanti espatriati nei paesi del Sud, che supportarono la formazione di organizzazioni contadine indipendenti, basate su autonomia e auto-organizzazione. Negli anni ’80 queste organizzazioni iniziarono a strutturarsi in reti transnazionali, che per reazione all’entrata dell’Organizzazione Mondiale del Commercio in agricoltura negli anni ’90 diedero vita a Movimenti Sociali internazionali come La Via Campesina. Proprio a partire dagli anni ’90 Crocevia inizia a ritirarsi dai progetti di cooperazione nel Sud, concentrandosi nella creazione di uno spazio di partecipazione politica nella FAO e nelle altre UN Food Agencies, per i Movimenti Sociali legati alla Sovranità Alimentare.
Crocevia ha quindi ripensato il proprio ruolo nella cooperazione allo sviluppo, rifiutando di sostenere la propria esistenza attraverso una serialità progettuale (“progettificio”) che l’avrebbero trasformata lentamente in soggetto coloniale guidata dai finanziamenti, sottomettendosi all’ordine postbellico basato sullo “sviluppismo” della dottrina Truman.
Il momento fondativo di questa trasformazione di Crocevia in motore politico di supporto al Movimento per la Sovranità Alimentare all’interno delle Nazioni Unite si può ricondurre al Forum parallelo al World Food Summit del 1996 dove l’International Planning Committee for Food Sovereignty inizia a prender forma. Il ruolo trainante di Crocevia nel tenere aperto uno spazio di dialogo politico tra i Movimenti Agrari Transnazionali e governi nelle Nazioni Unite viene rinnovato nel Forum Fiver Years Later (2002) come International Focal Point dell’International Planning Committee for Food Sovereignty che nel 2007-9 guida il processo di riforma del Comitato Mondiale per la Sicurezza Alimentare (CFS) e la nascita del Meccanismo della Società Civile che permette di riconoscere questo spazio di dialogo a partire dalla definizione dell’agenda e delle priorità. A partire dal compimento della riforma del CFS, i Movimenti Sociali assumono direttamente e con più forza il coordinamento dell’IPC, mentre a Crocevia rimane il lavoro di relazione istituzionale e politico attraverso il segretariato dell’IPC a Roma.
Nonostante, Crocevia si sia trovata – negli anni novanta – ad affrontare il taglio di finanziamenti alla cooperazione a livello italiano (MAE ed Enti Locali) e la professionalizzazione dell’accesso ai finanziamenti a livello europeo, che hanno portato alla scomparsa di molte NGO di piccole e medie dimensioni, Crocevia è riuscita a superare la crisi finanziaria e a mantenere vivo lo spazio politico per la Sovranità Alimentare e per le lotte per i diritti fondamentali: diritto al cibo, diritto al sapere, diritto a comunicare. In questi anni, Crocevia ha continuato ad organizzare 15 edizioni del Festival delle Terre, a mantenere viva la Mediateca delle Terre con un accordo con Biblioteche di Roma, ha fondato e animato la Rete Semi Rurale e il Coordinamento Europeo Liberiamo la Diversità, supportato l’ Associazione Rurale Italiana, European Coordination Via Campesina e La Via Campesina nella difesa delle sementi contadine, partecipato alla campagna Hands on the Land, partecipato al Coordinamento del Right to Food Network e partecipato alla pubblicazione del Right to Food Watch, organizzato Nyeleni Europa e Italia, collaborato con Unione Sindacale di Base per l’unità di braccianti e contadini e con quanti non hanno trasformato la battaglia per i diritti in marketing per la raccolta fondi.
In questo sforzo ringraziamo quanti, al Nord come al Sud del pianeta ci hanno dato fiducia, ci hanno sostenuto, ci hanno criticato. Ed in particolare un grazie caloroso a tutti quelli che nel corso degli anni hanno messo il loro impegno spesso assolutamente gratuito e silenzioso, per far vivere Crocevia