Comunicato Stampa CIC: il genome editing sull’essere umano è una grave violazione dei diritti umani fondamentali

Comunicato Stampa CIC e ARI: La decisione della Corte di giustizia dell’Unione Europea sui nuovi Ogm riconosce le ragioni dei contadini e dei consumatori 1

 

Comunicato Stampa 

 

Insulto alla complessità e bellezza della vita: il genome editing sull’essere umano è una grave violazione dei diritti umani fondamentali del singolo e dalla comunità internazionale, inaccettabile condurre esperimenti genoma umano.

 

Lunedì’ 26 novembre è stato comunicato alle cronache internazionali il risultato dell’esperimento condotto in Cina dallo scienziato He Jiankui; tale esperimento ha visto l’applicazione della tecnica CRISPR-Cas9, la tecnica cosiddetta “taglia e cuci”, che permette di individuare e, successivamente, eliminare determinati tratti del DNA modificando le caratteristiche del genoma.

Ad oggi gli effetti delle tecniche di genome editing[1] sugli esseri viventi e l’ambiente che li circonda sono sconosciuti. Inoltre, il fatto che il DNA descriva solamente una parte delle caratteristiche umane, rende ancora più preoccupante qualsivoglia intervento sul genoma.

Da sempre Centro Internazionale Crocevia si batte per impedire che le tecniche di modifica genetica applicate a risorse fitogenetiche e animali, già diffuse in alcuni paesi a scopo commerciale, entrino in Europa causando una serie di danni, sia diretti ed immediati che a lungo termine.  Vi è il rischio reale che contadini e piccoli agricoltori si trovino limitati nelle loro attività di semina, coltivazione e vendita da brevetti industriali su “nuove” sementi (OGM nascosti) che portano gli stessi caratteri delle sementi contadine; allo stesso tempo si rischiano contaminazioni genetiche tramite il vento, la fauna e gli insetti. A lungo termine, invece, i pericoli derivanti dall’utilizzo di tale tecnica di modifica genetica sono ancora in fase di valutazione: per questo, in base al principio di precauzione è necessario impedire che vengano rilasciati nell’ambiente organismi geneticamente modificati – anche a fine di sperimentazione – per evitare che interazioni con altri organismi e/o un’evoluzione imprevista del organismo modificato non stabilizzato possano creare danni all’ambiente ed ai sistemi agrari  di gravità non prevedibile.

In questo caso specifico la modifica genetica operata sugli embrioni non ancora impiantati nel grembo materno aveva lo scopo di immunizzare le due gemelle -nate poi alcuni giorni fa- dal virus dell’HIV di cui il padre è portatore. Le due bambine, con un DNA modificato di cui non si conoscono le possibili evoluzioni e le possibili interazioni con altri geni, potrebbero a loro volta subire ulteriori modifiche assolutamente non prevedibili nel corso degli anni. Ciò significa che queste bambine durante la crescita potrebbero sviluppare delle problematiche, fisiche e psicologiche, di cui ad oggi non se ne conosce l’entità e, di conseguenza, nemmeno l’eventuale cura. Anche se non dovessero emergere problematiche durante la vita delle due bambine, non è possibile prevedere ripercussioni negative sui futuri eventuali discendenti delle stesse. Questo esperimento ha deliberatamente messo a grave rischio la salute e la sicurezza sia delle neonate, a cui auguriamo sicuramente una lunga vita senza nessuna conseguenza psicologica o sanitaria, sia la salute pubblica.

Oltre al rischio di salute riguardante le bambine, vi è il grave pericolo del ricorso all’eugenetica a scopi selettivi e razzisti.

In un periodo storico che innegabilmente vede i centri del potere prendere una già di per se preoccupante deriva autoritaria, aggiungere il rischio concreto del ricorso alla modifica genetica sull’essere umano è assolutamente inaccettabile, in ogni sua forma e concezione, anche astratta. Sappiamo bene che il ricorso alla modifica genetica è accompagnata dall’arrogante volontà dell’uomo di poter dominare la natura e gli esseri umani stessi. La teoria del miglioramento dell’essere umano attraverso esperimenti scientifici ha nel corso della storia causato immani sofferenze e fa orrore che queste siano state a posteriori da alcuni “giustificate” in considerazione del “progresso” scientifico.

È infine importante notare che ad oggi non sono ancora state rilasciate documentazioni o prove che dimostrino l’effettivo successo dell’esperimento. Tale sperimentazione è stata svolta presso una clinica privata a causa di diversi rifiuti a procedere con la sperimentazione da parte di università e centri di ricerca pubblici cinesi.  La Commissione sulla salute cinese ha già aperto indagini a riguardo.

Denunciamo quindi, come la maggior parte del mondo scientifico, politico e della società civile, la sperimentazione avvenuta in Cina sugli embrioni umani come un grave attentato ai diritti umani, sia delle neonate che del genere umano intero. La possibilità che la stessa tecnica di modificazione genetica venga usata per scopi indegni, come la selezione di tratti genetici basati sul concetto di “razza” a scopi di supremazia genetica o per il semplice vezzo di scegliere i tratti somatici del nascituro, deve essere considerata come esistente ed evidente. È necessario che nell’immediatezza vengano posti limiti cogenti a livello internazionale, ulteriori a quelli esistenti, che impediscano ogni tipo di sperimentazione sull’essere umano che comprenda la modifica genetica dello stesso, sia esso in vita o sia esso allo stato embrionale. A questo proposito ricordiamo le dichiarazioni di Emmanuelle Carpenter: “for some applications, there is still the problem of the so-called mutations “off-target”- i.e. unintended-, which may never be completely excluded[2]. E ancora Jennifer Doudna: “This really underscores the fact that we don’t know enough about nature to anticipate all the ways that nature has come up with to manipulate DNA. Nature’s had a lot longer than we have to be tinkering. We really need fundamental research to uncover those basic mechanisms that drive the development of technologies in the future.”[3]

 

[1] La modifica del genoma (chiamato anche editing genetico) è un insieme di tecnologie che permettono di modificare il DNA di un organismo. Queste tecnologie consentono di aggiungere, rimuovere o modificare materiale genetico in particolari punti del genoma.

[2] “per alcune applicazioni, c’è ancora il problema delle cosiddette mutazioni “fuori-bersaglio” – cioè non intenzionali-, che non possono essere mai completamente escluse”.

[3] “Ciò sottolinea davvero il fatto che non conosciamo abbastanza la natura per anticipare tutti i modi con cui essa crea e modifica il DNA. La natura ha avuto molto più tempo di quello che noi abbiamo. Abbiamo davvero bisogno di una ricerca, è fondamentale per scoprire quei meccanismi di base che guidano lo sviluppo delle tecnologie in futuro”

 

Qui è possibile scaricare la versione PDF del comunicato stampa

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