Ennesimo incendio a San Ferdinando, un’altra vittima di una politica disumana.

Sylla Noumo, di 32 anni, senegalese e abitante della nuova tendopoli di San Ferdinando (RC) in Calabria, ha perso la vita la notte scorsa a causa dell’ennesimo incendio che ha devastato la tendopoli dove centinaia di uomini e donne cercano un rifugio, un punto in cui riposare le membra.

Un’altra morte che ha dei responsabili precisi che non devono essere ricercati nella tendopoli, perchè non si tratta di incidenti inevitabili. I responsabili devono essere ricercati tra le fila della politica italiana che mai è riuscita a gestire il fenomeno migratorio come un fenomeno strutturale e naturale, ma come un’emergenza, inquadrandola come una questione di sicurezza nazionale. I responsabili sono i Governi precedenti, che pur permettendo gli sbarchi non hanno mai creato soluzioni dignitose e rispettose dell’essere umano e dei suoi diritti. I responsabili sono i membri dell’attuale Governo che hanno cambiato le politiche di accoglienza, deteriorandole e creando un’illegalità che causa solo emarginazione, paura e criminalità.

Salvini con il suo decreto e le sue politiche dell’odio e del rifiuto, il Governo e tutte le associazioni che invece di opporsi alla nuova tendopoli hanno ripetuto le politiche dell’emergenza, che da trent’anni lucrano sulle disgrazie senza soluzioni definitive devono sentirsi responsabili di queste morti.

Tra i firmatari del protocollo con la prefettura CGIL CISL UIL, che hanno accettato la politica del ministero dell’interno che da decenni tratta il BRACCIANTATO come un problema di ordine pubblico e non come un problema di inserimento di lavoratori in una filiera produttiva. Che c’entra la Polizia nella gestione delle attività lavorative, dove sono invece il ministero del lavoro, gli ispettori del lavoro, le ASL?

Da vent’anni tutto è lasciato nell’abbandono con il solo scopo di permettere l’arricchimento di produttori senza scrupoli anch’essi ricattati dalla Grande Distribuzione Organizzata.

Basta con la politica di criminalizzazione del diverso e della solidarietà che dolosamente crea barriere all’integrazione al rispetto dei diritti umani. Basta con questa politica basata sullo sfruttamento, è necessario rivedere completamente le politiche agricole nel nostro paese per ridare dignità alla TERRA, ai lavoratori, ai consumatori obbligati a nutrirsi con prodotti sporchi di sangue e di sfruttamento.

Le persone che vivono nella tendopoli di San Ferdinando non hanno i diritti minimi che spettano ad un essere umano e le continue morti violente ne sono la prova. Vogliamo ricordare i deceduti perchè hanno un nome e un cognome, avevano una storia, famiglie. Perchè disumanizzare è semplice oggigiorno mentre noi, per obbligo morale, vogliamo e dobbiamo restare umani. Negli ultimi mesi, quattro sono i morti nella tendopoli:

  • Moussa Ba, 28 anni, senegalese;
  • Becky Moses, 26 anni, nigeriana;
  • Jaiteh Suruwa, 18 anni, gambiano;
  • Sylla Noumo, di 32 anni, senegalese.

Ringraziamo inoltre chi, ogni giorno e nonostante tutto, continua a lottare per garantire una casa e i diritti a questi uomini e a queste donne.