Il monitoraggio da parte del Committee on World Food Security riguardo l’uso e dell’applicazione delle linee guida per il diritto al cibo arriva in un momento complicato, ma fondamentale.
A livello mondiale i diritti umani subiscono continue limitazioni e repressioni e, tra questi diritti violati, sicuramente vi è il diritto al cibo.
Tale diritto, come si può facilmente riscontrare anche in Italia, è profondamente connesso alle dinamiche politiche e sociali di un paese; in un’epoca di crescenti nazionalismi, autoritarismi e forme di razzismo profondamente limitative dei più basilari diritti, il diritto all’alimentazione sana e qualitativamente adatta è tra i primi a subire preoccupanti limitazioni.
Il diritto al cibo non viene inteso come un diritto fondamentale che lo Stato ha l’obbligo di assicurare, vi è anzi una visione privatistica e monetaria che focalizza l’attenzione sul mercato del cibo, disinteressandosi dei diritti umani ad esso legati.
In calce è possibile scaricare il report completo in inglese “CIVIL SOCIETY REPORT ON THE USE AND IMPLEMENTATION OF THE RIGHT TO FOOD GUIDELINES”.
Qui l’introduzione al report, introdotto da questa bellissima poesia di Manigueuigdinapi Jorge Stanley Icaza, della popolazione Kuna, Repubblica di Panamá.
La mujer sin rostro
(The faceless woman)
There is a peasant woman
faceless, nameless
who feeds the world.
Who is reborn every dawn
in Uganda, Myanmar
Colombia or Palestine.
Her name tattooed
on the callouses of her hands,
she is nude
veiled in seeds of red
black, yellow and white.
She does not care about SDGs, the CFS
or hundreds of acronyms.
Landless woman
painted with color,
she is bamboo,
the smoke of fire-fallow,
she is a cloud, water,
tree woman,
plant woman,
fire woman.
The faceless woman
is assassinated a thousand times
in Mexico, Argentina
Nigeria and all of Europe,
but she is reborn in Brazil, in Honduras
or in Sierra Leone.
Having a thousand spirits
she is a peasant, fisherwoman,
urbanite, a rainbow,
she feeds the world with beans,
corn, rice, yucca.
She fights for the land,
the water, for life and
The faceless woman
has a face and has a name.
La donna senza volto
C’è una contadina
senza volto, senza nome
che nutre il mondo.
Che rinasce ogni alba
in Uganda, Myanmar
Colombia o Palestina.
Il suo nome tatuato
sui calli delle mani,
lei è nuda
velata in semi di rosso
nero, giallo e bianco.
A lei non importa degli SDG, il CFS
o centinaia di acronimi.
Donna senza terra
dipinta con il colore,
lei è di bambù,
il fumo del fuoco incolto,
lei è una nuvola, acqua,
donna albero,
donna vegetale,
donna di fuoco.
La donna senza volto
È stata assassinate mille volte
in Messico, Argentina
Nigeria e in tutta l’Europa,
ma lei rinasce in Brasile, in Honduras
o in Sierra Leone.
Ha mille spiriti
lei è contadina, pescatrice,
è cittadina, è arcobaleno,
lei nutre il mondo con i fagioli,
mais, riso, yucca.
Lei combatte per la terra,
l’acqua, per la vita e
la sua sovranità.
La donna senza volto
ha una faccia e ha un nome.
Manigueuigdinapi Jorge Stanley Icaza
Pueblo Kuna
República de Panamá
23/03/2018
Qui è possibile scaricar Il PDF del Report in lingua inglese
[viewerjs /wp/wp-content/uploads/2018/10/EN-CSM-RtF-2018-compressed.pdf]