Tecnologie di informazione e comunicazione per la pesca su piccola scala

Le ICT: i benefici, le sfide e l’importanza di un approccio bottom-up

Nell’ultimo anno, all’interno della FAO e dell’IFAD si è discusso molte volte del ruolo dell’innovazione e, in particolare, della digitalizzazione dell’agricoltura. 

Infatti, la nuova attenzione su un modello di agricoltura che non abbia effetti negativi sul clima ha spostato il focus dei policy makers su agroecologia e agricoltura familiare. Ciò ha ridotto drasticamente lo spazio per l’agricoltura industriale basata su pesticidi e fertilizzanti della Rivoluzione Verde.

A questo cambio di paradigma hanno risposto i gruppi di interesse che controllano l’agribusiness, lavorando con brevetti e patenti, promuovendo il concetto di “innovazione”. La definizione di innovazione si può trovare nel report FAO SOFA 2014 : “l’innovazione spesso si basa e si adatta alla conoscenza locale e ai sistemi tradizionali, in combinazione con nuove fonti di conoscenza provenienti dai sistemi formali di ricerca”.

Questa definizione di innovazione, che tenta di inserire le nuove tecnologie e biotecnologie nel dominio dell’agricoltura contadina e della biodiversità per appropriarsene, è stata alla base del convegno dal titolo: The International Symposium on Agricultural Innovation for Family Farmers: Unlocking the potential of agricultural innovation to achieve the Sustainable Development Goals” e del seminario “Digital Agriculture Transformation Seminar”.

La promozione di nuove tecnologie non si è fatta attendere: a partire dai droni connessi al 5G, alle New Breeding Techniques, fino alle e-commerce. Purtroppo, molte di esse rendono il piccolo contadino un mero esecutore all’interno di una catena di montaggio eterodiretta, espropriato del proprio sapere e del controllo su cosa produce e come lo produce, esattamente come è accaduto in altri termini con la Rivoluzione Verde. In un futuro prossimo, i movimenti contadini si dovranno confrontare per proporre soluzioni di governance e gestione controllati da chi il cibo lo produce.

In questo contesto, è interessante dare rilievo alla Conferenza ICT4FISHERIES organizzata da Abalobi e Blue Ventures a Cape Town tra il 7 e il 10 ottobre. Crocevia ha partecipato via webinar agli incontri che hanno avuto come obiettivo di apportare miglioramenti nel lavoro e nella vita dei pescatori su piccola scala attraverso l’utilizzo di tecnologie informatiche e di comunicazione controllate dalle comunità e dai pescatori stessi, in supporto delle sfide ecologiche, sociali ed economiche del settore.

Nell’ultimo decennio, in particolare dal 2012 in poi, si è assistito ad un importante aumento delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione nell’ambito della pesca su piccola scala attraverso piattaforme satellitari e sistemi radio. Dalla sicurezza in mare a nuove forme di inclusione dei piccoli pescatori sul mercato, sono tantissime le opportunità che possono scaturire dal progresso di queste tecnologie.

In questi quattro giorni di seminari e workshop sono state condivise le reciproche conoscenze ed esperienze vissute da pescatori, professionisti di ICT e rappresentanti di istituzioni globali, quali la FAO. Partendo dalla consapevolezza dell’importanza che i pescatori su piccola scala hanno per la sicurezza alimentare e per la lotta alla povertà, le associazioni che hanno partecipato alla conferenza hanno cercato col loro lavoro di trovare soluzioni al grande problema di scarsità di raccolta dati che si ha in questo settore e di regolamentazione inefficiente dello stesso, spesso basata su un approccio top-down che non guarda ai reali bisogni di questi lavoratori e che quindi può rivelarsi socialmente ingiusta.

L’esperienza di ABALOBI: l’applicazione disegnata per i pescatori su piccola scala

Il primo intervento è stato tenuto dal rappresentante di una delle associazioni ospitanti, Abalobi, un progetto di ricerca nato in Sudafrica, che si è concretizzato nello sviluppo di un’applicazione per dispositivi mobili disegnata appositamente per i pescatori su piccola scala. Questa applicazione funge da diario di bordo condiviso (il cosiddetto “logbook”) su cui i pescatori riportano e scambiano molteplici informazioni, dalle caratteristiche del pescato (specificando il luogo di sbarco del pescatore che riporta l’informazione) ad aggiornamenti sulle ultime regolamentazioni della pesca, alle condizioni meteo. Per quanto riguarda quest’ultimo aspetto, si sta cercando di integrare un sistema di previsioni meteo e condizioni di navigazione, nonché la possibilità di inviare SOS direttamente dall’applicazione (nell’ambito del cosiddetto Safety-at-sea System).

Abalobi sta inoltre diventando una piattaforma di mercato del pesce online, nonché strumento con cui i pescatori possono tenere traccia delle loro spese e guadagni. L’idea è quella di creare un profilo pubblico per le cooperative di pesca e di mostrare la storia che c’è dietro al pesce che si acquista, dando particolare importanza al valore aggiunto dato da coloro che si occupano di processare il pesce dopo che è stato pescato. Si tratta generalmente di donne e, il fatto che si dia visibilità a questi procedimenti, sostiene la loro equa partecipazione all’attività della pesca e ne evidenzia il ruolo in un settore che spesso viene accostato solamente alla figura maschile.

Le Direttive Volontarie della FAO per garantire una pesca su piccola scala sostenibile

Le ICT nell’ambito della pesca vanno sviluppate tenendo in considerazione le linee guida volontarie promosse dalla FAO nel 2015, il primo strumento internazionale interamente dedicato alla pesca su piccola scala. Alla conferenza sono state presentate anche tali direttive, con le quali si chiede ai governi di elaborare politiche coerenti con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Vale a dire:

  • proteggere la pesca artigianale difendendo i diritti dei pescatori su piccola scala;
  • promuovere la piena inclusione dei pescatori in ambito sociale;
  • raggiungere retribuzioni eque e condizioni di lavoro dignitose;
  • considerare tutta la catena del valore che riguarda la pesca, dal post-raccolta al commercio
  • favorire l’equità di genere;
  • tener presente la vulnerabilità delle comunità di pescatori ai cambiamenti climatici e ai disastri che ne derivano.

I benefici ecologici, sociali ed economici delle ICT

Le altre associazioni invitate alla conferenza hanno poi presentato i risultati raggiunti nelle loro esperienze, uniti alle difficoltà incontrate e alle sfide che ancora devono essere affrontate. Così come già riportato da Abalobi, le ICT hanno apportato benefici a livello ecologico, sociale ed economico.

 A livello di benefici ecologici, grazie alla raccolta dei dati tramite le ICT, si possono ricavare importanti informazioni sullo stato degli oceani, del meteo e dello stock di pesci in specifiche zone, così come identificare chi pratica una pesca ecosostenibile.

Per quanto riguarda i benefici a livello sociale, l’aspetto più rilevante riguarda la parità di genere. Spesso il ruolo delle donne nell’ambito della pesca viene offuscato perché non avviene a bordo, nel corso dell’attività di cattura, bensì nel momento di pulizia del pesce, nell’amministrazione, nella riparazione delle reti o al momento della vendita. Nonostante il ruolo fondamentale che svolgono, le donne hanno pochissimo spazio nei momenti decisionali e ottengono guadagni inferiori a quelli degli uomini. Come riportato dall’esperienza di Blue Ventures, attraverso la raccolta dati, le donne possono guadagnare sia in termini di coinvolgimento nelle attività sia a livello di trasparenza, per far emergere l’importanza del loro lavoro.

Infine, rispetto ai benefici economici, le applicazioni come Abalobi sono un mezzo pratico ed efficace per rendere indipendenti i pescatori e consentire loro di gestire da soli le proprie finanze, oltre a costituire un vero e proprio mercato online facilmente gestibile da uno smartphone e controllato dalle comunità stesse.

Le sfide da affrontare e l’importanza di un approccio bottom-up

Nonostante i benefici, ci sono diversi problemi da affrontare: dalla scarsità di connessione internet – che in queste tecnologie è fondamentale – alla mancanza di incentivi per questi progetti, ad ostacoli di tipo culturale. Pertanto, bisogna lavorare per una maggiore collaborazione con i governi affinché sostengano la pesca su piccola scala attraverso una regolamentazione più favorevole, sessioni educative su questo tipo di tecnologie anche al di fuori dell’ambito scolastico e mediante la risoluzione dei problemi legati alla connessione nelle aree più remote.

È stato ripetuto più volte come sia fondamentale che chi vuole intraprendere questo tipo di progetti per l’integrazione delle ICT nell’ambito della pesca debba farlo attraverso un approccio bottom-up. Crocevia sostiene l’importanza di tale approccio, ossia di far parlare prima di tutto i singoli lavoratori per comprendere quali sono le loro reali necessità e, in seguito, analizzare come queste tecnologie possano essere di aiuto ai pescatori, per poi lasciarle sotto il loro diretto controllo.

Autrice: Rebecca Gironi

Editing: Mauro Conti

Web Content Editor: Eleonora Mancinotti